domenica 24 febbraio 2013

VOTO: PER DIRITTO E PER DOVERE


Si parla spesso del perché in questo paese i giovani non siano rappresentati dalla classe politica e di come non abbiano voce in capitolo sulle questioni riguardanti il proprio futuro. Forse pero', prima di alzare la voce e permettersi di criticare bisognerebbe farsi un esame di coscienza…
Viviamo in un paese dove la democrazia è garantita da un documento che la maggior parte dei giovani non si preoccupa neanche di sapere come è fatto: la tessera elettorale.

Seppur in questo periodo capiti spesso di non sentirsi rappresentati da alcuna forza politica esistente sul territorio locale o nazionale, è pur vero che non si può accusare un paese di non voler star a sentire le idee dei giovani se i giovani stessi si allontanano dalla politica, quella vera, quella fatta di partecipazione attiva nel panorama istituzionale, quella di discussione, di confronto e di decisioni. Non è  schivando la politica che la si cambia. Il cambiamento si può ottenere, si può fare la differenza se si è consapevoli delle proprie carte a disposizione e se ci si informa su chi potrebbe e vorrebbe emergere da un mondo che viene evitato da tutti.
Il primo passo è senza dubbio quello di presentarsi alle urne, dire la propria, qualunque essa sia, che sia un voto di protesta, un voto nullo, affidarsi al vecchio o dar fiducia al nuovo, qualunque cosa si scelga, una scelta va' fatta.
Chi preferisce non votare dovrebbe ricordarsi del fatto che ciò a cui rinuncia con tanta facilità, è un traguardo a cui si è arrivati grazie alla vita di molti che bramavano di avere altrettante possibilità di espressione.
Se non ci si sente rappresentati da nessuno è possibile la scheda bianca o il voto nullo, ma il non avvalersi del proprio diritto di voto per indifferenza non da' a nessuno il diritto di lamentarsi della situazione attuale o futura.
Giuliano Festa, Un'Altra Gioventù