domenica 11 dicembre 2011

Il Sindaco è indignato?


Quanto dovremmo ancora aspettare prima che in questa città vengano di nuovo rispettate le regole di civiltà? Quanto dovremmo ancora aspettare prima che il Sindaco di Trieste si indigni per quello che sta succedendo? A dire la verità il dubbio che fosse indignato pure lui c’è venuto…giochi di parole a parte non riusciamo a capire il più totale silenzio del Sindaco in queste ultime settimane. Silenzio che c’è stato solo nei confronti della città, perché a quanto pare si sente a suo agio a interloquire con i soli noti: prima occupano Piazza Unità e dialoga con loro; poi occupano Piazza della Borsa e dialoga con loro; assaltano l’ex Banco di Napoli e dialoga con loro; occupano un immobile in via del Sale e dialoga con loro. Non vorremmo che adesso il Sindaco diventi un frequentatore anche di Campo Marzio, ovviamente solo per chiacchierare, s’intende.
Ci aspettiamo ovviamente che quanto prima il Sindaco sporga denuncia, trattandosi di un immobile comunale, e che prenda le distanze da quelli che più che indignatos sembrano dei desperados sulla via dell’estinzione. Questo suo comportamento omertoso lo rende politicamente responsabile di quanto sta succedendo, più di quanto già non lo sia per aver legittimato nel corso delle settimane i personaggi di OccupyTrieste con ripetute visite ed aperture al dialogo quali, ultima in ordine cronologico, quella della scorsa settimana in Consiglio comunale. Dialogo che invece sembra non esserci col resto della città. Speriamo che dopo quanto accaduto ieri il Sindaco si sia indignato…o forse lo ha già fatto?

Un'Altra Gioventù

mercoledì 7 dicembre 2011

Perchè il comune non parla di edilizia scolastica e OccupyTrieste? Interrogazione

Nonostante avessimo sollecitato Sindaco e Vicesindaco sull'edilizia scolastica e OccupyTrieste, ottenendo delle risposte che stonavano con quanto uscito sulla stampa, dobbiamo constatare che queste notizie sono state omesse (volutamente o meno...) dal comunicato stampa che il Comune ha fatto sulla seduta della Giunta itinerante in V circoscrizione.

Per questo Francesco Clun, consigliere circoscrizionale di Un'Altra Trieste e coordinatore regionale di Un'Altra Gioventù, ha presentato un'apposita interrogazione per evitare che le dichiarazioni del Sindaco non restino confinate in una sala (mezza vuota) del Galilei e vengano riportate alla cittadinanza tutta. Un tanto per correttezza

Oggetto: Interrogazione 

Preso atto che il Comune di Trieste ha redatto un comunicato stampa relativo all’incontro con la Giunta Itinerante di data 1 dicembre con la V Circoscrizione;

Constatato che nello stesso non vi è traccia né del tema sollevato durante la discussione con i consiglieri relativo all’edilizia scolastica né della replica del Vice-Sindaco sulle sue dichiarazioni riguardanti una possibile sanatoria circa l’occupazione di Via del Sale ad opera di OccupyTrieste;

Preso ulteriormente atto che anche durante il dibattito con la cittadinanza questi due argomenti di discussione sono stati affrontati;

Verificato che sulle dichiarazioni relative all’occupazione dell’immobile di Via del Sale vi è stato un fraintendimento con la stampa locale poiché lo stesso Vice-Sindaco ha condannato il gesto di OccupyTrieste;

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DI CIRCOSCRIZIONE

Per sapere perché nel comunicato stampa non vi è alcuna traccia né del tema dell’edilizia scolastica né della replica del Vice-Sindaco alle sue dichiarazioni riguardanti una possibile sanatoria circa l’occupazione di Via del Sale ad opera di OccupyTrieste.

Si richiede di fornire risposta scritta alla presente interrogazione pregando di dare lettura della stessa durante la prima seduta utile.

Trieste, 7 dicembre 2011

Francesco Clun
Paolo Silvari
Gruppo Consiliare
Un’Altra Trieste

giovedì 24 novembre 2011

Idee “sinistre” a Palazzo

Che il mondo fosse pieno di cattivi maestri lo sapevamo, ma mai avremmo voluto che uno di loro diventasse vice-sindaco di Trieste. Cattivi maestri per pessimi studenti. Un coppia esplosiva. Dopo molti anni abbiamo capito che tutte le ore passate a scuola a seguire il corso di storia ed educazione civica sono state mal spese. Forse per qualcuno era meglio passarle a campeggiare in piazza; fatto sta che le regole del vivere civile valgono solo se non si vuole ottenere un bel nulla. È gravissimo che un Assessore, nonché vice-sindaco, cerchi di legittimare e regolarizzare chi fino ad oggi si è fatto spregio delle più elementari regole di civiltà, anche perché questo potrebbe dar vita ad un’escalation di comportamenti analoghi che getterebbe nella più totale anarchia la città. Ma è ancor più grave che questa persona abbia perso anche solo 1 minuto del suo preziosissimo tempo a trovare il modo di sanare un reato, quando probabilmente le priorità della città a noi, ma a quanto pare non per lei, sembrano essere assai diverse. Se fossimo stati noi od altri ad occupare un immobile sfitto? Probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. I voti sono voti e di certo questa è una cosa che le è ben chiara. A questo punto quindi, chiediamo lo sgombero immediato dell’immobile di via del Sale, nonché le scuse dell’Assessore a tutti gli studenti e giovani lavoratori che ogni giorno vivono rispettando le regole, anche nei casi in cui probabilmente il sistema sembra indurci a intraprendere altre soluzioni. La sua è stata una profonda mancanza di rispetto verso tutti i giovani che, a questo punto, non possono che sentirsi presi una volta di più in giro da chi più che l’amministratore pubblico, di mestiere, sembra fare il parolaio. 

Un'Altra Gioventù

martedì 15 novembre 2011

CONTRO UN’EDILIZIA DI BASSA QUALITA’

Questa mattina una ventina di militanti del movimento Un’Altra Gioventù hanno organizzato un presidio di fronte all’Istituto Tecnico Industriale Alessandro Volta.
Lo slogan proposto sui volantini e sullo striscione affisso all’esterno dell’edificio scolastico è stato:  “contro un’edilizia di Bassa qualità”; un riferimento non casuale indirizzato alla Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat ed all’incapacità della sua Giunta di dare risposte ai problemi degli studenti.
Tra le iniziative promosse da Un’Altra Gioventù vi è la proposta di realizzare un dossier stilato direttamente dagli studenti triestini sullo stato delle strutture cittadine da consegnare alla Giunta provinciale. Si auspica inoltre che la Presidente Bassa Poropat incontri in tempi celeri gli studenti per illustrare un piano di ristrutturazione
Nelle prossime settimane i ragazzi di Un’Altra Gioventù riproporranno l’iniziativa in numerose scuole superiori della città, a partire dal Liceo Classico Dante Alighieri e dall’Istituto Nautico.

Un’Altra Gioventù






venerdì 11 novembre 2011

Quando la democrazia non piace ai difensori della Costituzione

Una società senza regole è fatta di prevaricazioni, sfruttamento, repressione, anarchia; una sorta di stato di natura in cui il più forte comanda il più debole o i più numerosi le minoranze. Per questo le società moderne si sono date delle leggi, delle regole civili per la convivenza di tutti. Noi in Italia abbiamo la Costituzione che stabilisce libertà e limite all’esercizio della stessa. Limiti però che per alcuni sembrano non esistere. Come ogni anno sono arrivate le proteste di piazza. I temi? Sempre quelli: edilizia scolastica, diritto allo studio, crisi ecc…Tutto bene, più volte abbiamo detto che i temi posti al centro del dibattito politico sono effettivamente un problema. Le soluzioni che vengono proposte dagli stessi sono probabilmente peggio del problema stesso ma il discorso non è questo. Il punto qui è come tutta la protesta viene portata avanti: cortei non autorizzati, occupazioni abusive, insulti alle forze dell’ordine e quant’altro. E il problema di fondo è la visione democratica che alcuni gruppi (anarchici, no global, comunisti…) hanno: è lecito fare quello che gli passa per la testa perché, alla fine, si tratta di una causa “giusta”;e se la legge si mette di traverso allora è lecito violarla perché tanto la loro causa è nobile. I baluardi della Costituzione, insomma, iniziano a non riconoscersi più in quella carta che per anni (a parole) hanno difeso; e inizio a pensare che l’hanno fatto senza averla capita bene fino in fondo. E quindi la piazza, che è pubblica e di tutti, può essere occupata senza problemi; fortunatamente per gentile concessione l’hanno lasciata ad una manifestazione istituzionale autorizzata solo dopo l’intervento ripetuto del Sindaco. Come direbbe Fantozzi “com’è umano lei”. Sono riusciti a dirsi orgogliosi di aver sfasciato solo 2 scuole su 15 durante le occupazioni dell’altro anno. Che dire? Un trionfo!
Il problema è pensare che sia lecito prendersi una cosa fuori dai canali che la Costituzione ci ha dato. È una stortura inaccettabile della democrazia, un modo indubbiamente alternativo di intendere la libertà. Dicono di essere il 99% dei cittadini, ma di candidarsi in politica con un loro movimento non ci pensano neanche. Forse hanno paura della conta, o forse l’importante è fare casino. Come? Facendo quello che gli pare ovviamente, alla faccia di tutti coloro che seguono le regole di civiltà che governano la nostra società
Chiedono poi un centro sociale dove discutere e fare aggregazione. Ma non uno di quelli che già esiste, perfettamente gratuito e privo di sorveglianza (salvo il rispetto degli orari di apertura e chiusura); loro vogliono uno spazio dove fare, tanto per cambiare, quello che vogliono, quando vogliono e come vogliono. Una spazio libero e aperto (a tutti quelli che la pensano come loro) dove fare aggregazione (cioè propaganda). Insomma, dove fare politica senza dire di fare politica perché quella roba li è sporca, fatta di gente corrotta; magari da massoni al servizio di chissà quale multinazionale o lobby. Alternativi ma amanti del pensiero unico; contro l’omologazione di massa, ma omologatori per definizione.
Questi sono quelli che in questi giorni e nei prossimi promettono di “occupare tutto”. Difensori della democrazia e della Costituzione che hanno perso qualche lezione di educazione civica…forse impegnati a campeggiare in qualche Piazza a fare i pagliacci (nel vero senso della parola s’intende).

Francesco Clun – Un’Altra Gioventù

sabato 5 novembre 2011

Mancanza di rispetto per la storia d'Italia e la richiesta di un centro sociale: ecco chi sono gli indignatos

Probabilmente la Presidente della Provincia di Trieste ha fatto tanto per le scuole, ma noi studenti che la viviamo tutti i giorni la pensiamo in modo un po’ diverso. Crediamo che il miglioramento dell’edilizia scolastica l’abbia visto solo lei perché non sappiamo se sia normale che all’interno delle scuole piova, o si faccia lezione in corridoio usando dei separatori. Non sappiamo nemmeno se sia normale non avere le porte dei bagni o il riscaldamento!  Come detto la prossima settimana inizierà la mobilitazione di Un’Altra Gioventù che partirà prima di tutto con il dossier sulle incompiute della Provincia e sulla situazione delle scuole triestine. Una protesta alternativa a coloro i quali ieri, dopo essersi preso gioco delle istituzioni e degli studenti,  hanno deciso di prendere in giro i bersaglieri e, in data odierna, di insultare le Forze dell’Ordine, dando  ampio sfoggio di un’evidente mancanza di rispetto per la  storia d’Italia e della stessa città di Trieste.  Le stesse tematiche, condivisibili, sulle quali verte la protesta (edilizia scolastica, crisi e critica all’attuale sistema finanziario mondiale e questione abitativa) sembrano usate ad arte allo scopo di arrivare all’ottenimento di risultati che poco hanno a che fare con la risoluzione delle problematiche sopra citate; la richiesta di un centro sociale autogestito ne è l’emblematico esempio.  Un evidente segno, questo, di come la protesta sempre più stia perdendo di contenuti, diventando uno strumento da utilizzare per la rivendicazione di istanze totalmente slegate dai motivi della contestazione. Le stesse istanze che vanno a deridere e delegittimare l’onesta e, per certi versi, ingenua accondiscendenza che parte della popolazione ha avuto nei loro confronti. 

Un'Altra Gioventù 

mercoledì 2 novembre 2011

Loro a bivaccare..noi a (ri)costruire: da sempre dalla parte degli studenti!

A quanto pare le scuole c’entrano poco con la protesta. Dopo solo 3 giorni le richieste di coloro che stanno occupando Piazza Unità si sono allargate ad un centro sociale. Ovviamente pagato dai cittadini... A questo punto le considerazioni sono molteplici: la prima è che una protesta su temi che gli studenti, da destra a sinistra, sollevano da anni, e che riguarda l’edilizia scolastica, sembra diventato un argomento strumentale per ottenere ben altre cose da questa amministrazione. La seconda è che proprio su questi temi la Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, l’unica investita della questione, se n’è sempre lavata le mani scaricando su altri evidenti sue responsabilità; ci piacerebbe sapere cosa ha fatto per le scuole in questi  5 anni visto che la grande vicinanza agli studenti, probabilmente, c’è solo in campagna elettorale . La terza è che probabilmente il circo allestito in Piazza Unità debba spostarsi altrove visti i contenuti e i modi della protesta che oltre al centro sociale prevede, tra l’altro, l’autoassegnazione di case popolari; richiesta assolutamente irricevibile e che, francamente, facciamo fatica a comprendere. La questione abitativa è stato tra i primissimi punti che noi abbiamo sollevato chiedendo più volte la creazione anche a Trieste del Mutuo Sociale. Gli studenti che hanno a cuore il problema della scuola di certo non sono a bivaccare in Piazza Unità con bandiere che con la questione degli istituti scolastici hanno poco a che vedere. Per questo a differenza di chi occupa strumentalmente una piazza, usando i giovani per ottenere cose che con il bene comune e l’edilizia scolastica non hanno nulla a che vedere, noi iniziamo a preparare un dossier da sottoporre alla Presidente della Provincia, e chiedere allo stesso tempo che vengano convocate delle commissioni consiliari in tutte le scuole per valutare con gli studenti (quelli veri, non con gente prossima ai quarant’anni che bivacca in piazza) gli interventi prioritari e da programmare nei prossimi anni. La nostra generazione è stufa delle pagliacciate di chi usa la piazza per mistificare la realtà e ottenere ben altro che la risistemazione degli istituti scolastici.  Noi non ci accodiamo alla protesta, non ci faremo usare dai soliti noti per i loro fini personali, ma iniziamo a lavorare nelle scuole per risolvere concretamente il problema!


Un'Altra Gioventù

venerdì 9 settembre 2011

NO agli smart shop!

Apprendiamo con desolazione dal quotidiano locale che un ragazzo di 19 anni è stato ricoverato in ospedale in stato di overdose dopo aver acquistato del “Bonzai” in uno “smart shop” cittadino. Ci chiediamo come possa essere concessa e permessa l'agibilità commerciale a simili esercizi pubblici che, evidentemente, hanno come solo ed unico obiettivo quello di promuovere la distribuzione di sostanze che, pur essendo legali, comportano effetti simili a quelli determinati dalle più comuni sostanze stupefacenti. L’ipocrisia che circonda questi negozi – solitamente accompagnata dalla tolleranza e simpatia di un certo buonismo culturale - per cui si finge di non sapere che quello che viene venduto, deve finire.
E’chiaro infatti come la finalità di questi esercizi commerciali sia sempre al confine della legalità – e la denuncia per spaccio nei confronti del titolare ne è la dimostrazione – ed è una situazione che a nostro avviso, non può essere più nè contemplato nè permesso.

Chiediamo pertanto al Sindaco- e su questo argomento oggi il consigliere di V circoscrizione, Francesco Clun, nonché esponente di Un’Altra Gioventù, presenterà una mozione in tal senso - per richiedere un maggior controllo sul territorio e una capillare verifica dello stato attuale degli 'smart shop' presenti a Trieste,con la speranza che, in futuro, le istituzioni preposte provvedano ad emanare disposizioni legislative maggiormente efficaci a riguardo.


Un'Altra Gioventù

giovedì 11 agosto 2011

Ma quale inserimento nel mondo del lavoro...

La Regione ha perso una grande opportunità: quella di dare una reale prospettiva lavorativa a centinaia di giovani disoccupati. Ci chiediamo come l’Assessore Brandi possa far passare dei lavori di pubblica utilità quali lo svuotamento delle fontane e pozze di raccolta acque piovane e pulitura delle stesse, la pulizia delle canalette acque di sgrondo, l’allestimento piccole aree per pic –nic, la pulizia da rifiuti, la rifoderatura testi e simili elevate mansioni per opportunità di lavoro per i giovani.
È chiaro che si tratta di lavori fondamentali per la comunità; ma si tratta anche di lavori privi di alcun carattere formativo e inadeguati a dare una prospettiva lavorativa a chi li svolge e che infatti erano stati previsti per dare un’opportunità di impiego a chi non ha prospettive di reinserimento nel mondo del lavoro, piuttosto che a coloro che devono costruire il loro futuro.
Quello che serve ai giovani non è entrare nel mercato del lavoro facendo i tagliaerba. I giovani che oggi sono fuori dal mercato del lavoro molto spesso sono dotati di competenze e formazione nettamente superiore a quelle richieste per lo svolgimento delle mansioni previste dai contratti di lavoro di pubblica utilità.
Questa generazione, è stufa della solita lezioncina sui giovani che non sono disposti a fare sacrifici e che per questo motivo dovrebbero essere pronti ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, anche i più umili e pesanti. La nostra generazione è stufa di farsi ricattare dalla logica del “meglio di niente”.
Quello che appare chiaro è la distanza tra la nostra generazione e la politica che spesso parla dei giovani e della loro necessità di qualificarli e dargli maggiori competenze perché possano competere nel mondo del lavoro.
La stessa politica che però poi ha una concezione così bassa del mercato del lavoro da offrire posti come quelli sopra descritti. Quale futuro avrà un ragazzo di 35 anni che per 5 mesi verrà messo  a “rifoderare testi” o a “pulire i rifiuti”? Non c’era un modo migliore per impiegare 12 milioni di euro di denaro pubblico?

Un’Altra Gioventù

sabato 9 luglio 2011

Qualcuno salvi la Triestina...

Un'Altra Gioventù vuole prendere posizione di fronte ad una situazione societaria dell'Unione Sportiva Triestina Calcio, che riteniamo inaccettabile.
Nonostante l'attuale Presidente Stefano Fantinel abbia iscritto la squadra al prossimo campionato di Lega Pro 2011/2012, la spaccatura che si è creata oramai da anni tra i tifosi e sostenitori della squadra da una parte e i vertici della società dall’altra, ci porta a chiedere piuttosto un nuovo percorso sportivo invece di continuare con questa proprietà che riteniamo essere inadatta. Inadatta a dare a questa città il valore che merita, inadatta a raggiungere risultati sportivi e soprattutto inadatta a rappresentare chi la squadra la sostiene da sempre.
Noi chiediamo un senso di appartenenza più forte, una serietà rispettosa verso la città di Trieste ed una competenza che sappia valorizzare una società di calcio e non distruggerla.
Il nostro movimento giovanile pretende la rimozione immediata dei teloni posti sulla gradinata, che riteniamo vergognosi. Mancano di rispetto a chiunque varchi le porte dello stadio e tolgono dignità a tutti i triestini che si sono trovati catapultati su mass media, giornali, televisioni e siti internet di tutto il mondo che hanno letteralmente bocciato l'iniziativa e mostrato il fallimento di una società che, ci teniamo a sottolineare, non ci rappresenta.
I teloni vanno rimossi e la gradinata riaperta. Subito. Altrimenti siamo pronti a scendere in piazza.
Davanti a questa situazione ci chiediamo dove siano gli imprenditori Triestini! C'è l'assoluto immobilismo, interessi solo a parole ma nei fatti il vuoto più assoluto.
Si è parlato poi di un possibile azionariato popolare. Questo tipo di iniziative si possono realizzare con successo solo con una società solida, strutturata e organizzata, così come dimostrato dagli esempi presenti nel panorama calcistico internazionale che puntualmente vengono citati come modello. E' ovvio quindi che questa proposta è ad oggi irrealizzabile.
Le proposte concrete sono altre: aumentare l'affluenza allo stadio con iniziative dirette ai giovani, che coinvolgano ad esempio i ragazzi delle scuole calcio con abbonamenti gratuiti, biglietti economicamente accessibili a tutte le categorie della città, uno stadio vissuto e conosciuto dalla città, che lo possa sentire proprio e non di qualche prediletto della dirigenza. Inoltre diciamo basta con l'assistenzialismo incondizionato e continuo da parte delle istituzioni; soldi dei cittadini letteralmente buttati senza alcun vantaggio o risultato tangibile. I soldi gettati al vento in questi anni potevano essere, e dovranno essere in futuro, una risorsa per i settori giovanili del calcio, o per aiutare le società d’elite di altri sport che hanno fatto grande questa città.
E' ora di poter godere dello stadio anche con eventi mondani come concerti, esibizioni e quant'altro così come, del resto, accade nel vicino Stadio Friuli. Trieste potrebbe essere valorizzata anche turisticamente se le istituzioni e l'Unione Sportiva Triestina Calcio rivedessero il concetto di ospitalità per i tifosi delle squadre avversarie che vengono in questa città, prevedendo magari dei veri e propri pacchetti turistici.
Insomma ci sono tante domande e poche risposte. E' ora di cambiare e di cambiare in meglio.
Un'Altra Gioventù

venerdì 24 giugno 2011

ORA RIPRENDIAMO IL NOSTRO FUTURO!

Cambiamento, lavoro e aggregazione. Da qui parte il cammino di Un'Altra Gioventù. Dalla voce delle ragazze e dei ragazzi che hanno voluto mettere nero su bianco,o meglio sul giallo,il verde e l'arancione dei post—it, pensieri e idee di quella comunità che sogna di essere un'altra gioventù. Post—it che per un giorno lasciano sulle nostre scrivanie la loro precarietà, per trasformarsi in proclami affissi sulla porta immaginaria di quella cattedrale inaccessibile che è diventata certa politica, mai come oggi, lontana da tutto ciò che richiama la passione e il coraggio delle idee, eppure ancora così meritevole da volerla cambiare a tutti i costi. Gioventù altra, da quello che vediamo, leggiamo e spesso subiamo, figli di una generazione che, si dice, “ha perso le speranze dei padri”. Di certo, lottatori in un tempo che sfida ogni giorno la nostra capacità di vivere il presente con la prospettiva del futuro. Che mette a dura prova i sognatori più incalliti. Viandanti in un tempo che non ci regala nulla, alla ricerca di certezze che drammaticamente diventano sogni: casa, lavoro, famiglia. Eppure questa gioventù, obbligata a trasformare il suo futuro in chimera da inseguire, riesce ad essere l'ambizione di una rivoluzione che ha i suoi piedi ben ancorati alla terra su cui cammina e non rinuncia, ma chiede di cambiare, perchè non si rassegna e non crede più all'idea che siano altri a farlo al suo posto. Chiede di partecipare e di esserci. Chiede di essere ascoltata ma è pronta a farsi sentire, perchè ha voce e idee per trasformare questa società, divertendosi magari. Un'Altra Gioventù non è soltanto un punto d'arrivo, ma è un modo di essere e vivere il proprio tempo costruendo ogni giorno Un'Altra Trieste.
Un'Altra Gioventù